La "trappola" delle ferie illimitate


L’ultima, in ordine di tempo, è stata Goldman Sachs, che, dal mese di maggio, ha comunicato ai suoi senior banker che potranno godere di ferie illimitate, per “riposarsi e ricaricarsi”.
12/10/2022

 

L’ultima, in ordine di tempo, è stata Goldman Sachs, che, dal mese di maggio, ha comunicato ai suoi senior banker che potranno godere di ferie illimitate, per “riposarsi e ricaricarsi”. Gli junior, cui invece non è stata concessa questa possibilità, hanno comunque avuto in media due giorni in più all’anno di congedo pagato. Una mossa, quella della grande banca d’affari, fatta anche per rispondere alle critiche sui ritmi di lavoro troppo intensi e per calmierare la corsa agli aumenti di stipendio messa in campo proprio per trattenere i talenti non più disposti a lavorare oltre 90 ore a settimana. Negli anni scorsi scelte di questo tipo erano state fatte da giganti dell’industria del tech come Netflix e LinkedIn, oltre che da Richard Branson di Virgin. Questa politica è più giustificata nel mercato del lavoro americano, in cui il numero di giorni di ferie non è stabilito per contratto e mediamente i lavoratori usufruiscono di circa 15 giorni di vacanze l’anno. In Italia, invece, sono davvero pochi gli esperimenti di questo tipo.

 

Una politica di successo?

 

Per quanto l’aggettivo "illimitato" possa avere un certo fascino se associato alla parola "ferie", in realtà questa politica non ha sortito gli effetti desiderati. Anzi, le aziende che l’hanno adottata hanno visto verificarsi una sorta di autolimitazione delle vacanze da parte dei collaboratori, con il risultato che le ferie godute erano meno di quelle utilizzate quando la disponibilità era contingentata. Un’agenzia di recruitment con sede a Londra ha recentemente fatto marcia indietro rispetto a questa possibilità, proprio dopo aver verificato questo fenomeno. In sostanza, non avere una quantificazione certa dei giorni disponibili mette i lavoratori in difficoltà nel momento di esercitare questo diritto; se il mio capo o i miei colleghi si limitano a chiedere due settimane, come posso io giustificare ai loro occhi il fatto di volerne di più?

 

Serve un cambiamento nel modello

 

Se un risultato è stato raggiunto è quello di aver posto al centro del dibattito questo tema, inquadrandolo nel contesto più generale della flessibilità e del lavoro per obiettivi. Tuttavia, in assenza di una convinta ed effettiva adesione a questo modello, le ferie illimitate restano un’utopia, al punto che, in alcuni casi, si è tornati alla "casella di partenza", stabilendo un limite minimo di ferie da utilizzare. Rimane il dubbio che dietro a queste iniziative ci siano anche motivazioni di marketing e il tentativo di guadagnarsi il favore delle nuove generazioni, sicuramente molto più sensibili al bilanciamento vita-lavoro, e probabilmente anche una valutazione economica, almeno al di fuori dell’Italia: non essendoci infatti un limite alle giornate di riposo, è di fatto impossibile calcolare quelle non godute quando il lavoratore esce dall’azienda.

 

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