Una giornata della disconnessione per riflettere sui rischi di dipendenza dalla rete

Sette ore al giorno connessi alla rete, principalmente attraverso lo smartphone: considerando una media di 7/8 ore di sonno, il tempo passato sui device è il 42% di quello disponibile.
13/10/2022

Sette ore al giorno connessi alla rete, principalmente attraverso lo smartphone: considerando una media di 7/8 ore di sonno, il tempo passato sui device è il 42% di quello disponibile. E anche se per la maggior parte è motivato dal lavoro, le ultime stime evidenziano che dedichiamo ai social poco meno di due ore e mezza al giorno. Una situazione fino a poco tempo fa inimmaginabile, considerando i 4,20 miliardi di utenti social in tutto il mondo, cresciuti del 13% durante la pandemia. Proprio perché il fenomeno è così diffuso e pervasivo, da qualche anno il 22 febbraio si celebra la Giornata della disconnessione, un’occasione per riflettere su questa nuova abitudine che incide pesantemente sia sulla vita personale che su quella professionale. Non è un caso che, proprio nel 2021, il diritto alla disconnessione (cioè la possibilità per i lavoratori di non rispondere a mail o telefonate al di fuori dell’orario di lavoro) sia stato sancito da una legge: l’Italia è, con Francia, Belgio e Spagna, uno dei quattro Paesi europei che hanno regolamentato questo tema.

 

L'eccesso diventa patologia

 

Proprio perché i social e tutto quello che gravita nelle rete hanno assunto un'importanza così rilevante per la vita di tutti noi, i vari fenomeni a essi collegati sono al centro dello studio di psicologi, sociologi, economisti. Dal punto di vista psicologico è già stata individuata una patologia, che con un acronimo inglese è stata battezzata FOMO (Fear of Missing Out). La Fomo è una sorta di paura irrazionale che ci costringe a scrollare compulsivamente lo smartphone nel timore che, nel breve periodo della disconnessione, si possa perdere una notizia, un post, un evento pubblicato e che, quindi, si venga “tagliati fuori” dal flusso delle interazioni sociali importanti. In ambito lavorativo, può diventare FOMO l’incapacità di “staccare” dal flusso delle mail la sera o durante il week end. Un’altra manifestazione di questa problematica è stata etichettata dagli psicologi come NOMO, o nomofobia (dall’inglese no-mobile), ossia la situazione d’ansia creata dal non poter accedere al proprio smartphone perché lo si è dimenticato o banalmente perché è scarico. Si è arrivati addirittura a identificare una sorta di sindrome della “vibrazione fantasma”, che porta a percepire la vibrazione, appunto, della notifica anche quando in realtà non esiste.

 

24 ore di digital detox

 

L'obiettivo della Giornata della disconnessione è proprio quello di evidenziare questi eccessi e indicare alcuni comportamenti che possono aiutare a prevenirli. Come sempre si può partire a piccoli passi: porsi come obiettivo di non guardare il cellulare durante una cena, o almeno due ore prima di andare a letto, abitudine che favorisce peraltro una buona qualità del sonno. Ma il punto chiave della capacità di disconnettersi, soprattutto dal lavoro, sta nel superamento del senso di colpa, cioè quella sensazione che ci impone di rispondere a una mail non urgente anche nel cuore della notte, quando potremmo tranquillamente farlo il mattino dopo, sicuramente con più lucidità ed efficacia.

 

Vuoi approfondire?

 

Un altro metodo efficace per combattere lo stress causato dall'essere costantemente connessi in rete è rappresentato dal Journaling. Scopri come funziona nel nostro articolo: Combattere l’ansia con il journaling.